Svelato il progetto del nuovo Liceo artistico 'Montauti'. Di Bonaventura: "Le scelte sulle scuole nasceranno da un tavolo comune"

TERAMO – Il rilancio della scuola teramana passa da un rendering che è sintesi di disponibilità di fondi, sicurezza e condivisione. Nei prossimi giorni verrà ufficializzato il rendering del progetto di fattibilità che sarà alla base del bando per la realizzazione del nuovo Liceo artistico ‘Guido Montauti’ di via Armando Diaz. Quella che si vede nelle foto, è la fotografia di un moderno campus che andrà a sostituire la vecchia struttura, colpita dal sisma e i cui interventi per l’adeguamento sismico sarebbero costati più di quanto necessario per ricostruirlo. Con una vantaggio i più: una cubatura minore, spazi aumentati, 10 aule, 8 laboratori più uno di informatica, uffici e soprattutto una palestra che adesso questo istituto superiore non ha.
Se da un lato una nuovissima realtà sta per nascere, per dare continuità formativa a una scuola superiore storica, dall’altro la programmazione scolastica fa i conti con i tempi: il vecchio/nuovo Istituto Comi di viale Bovio è quasi pronto nella ristrutturazione esterna che gli ha riconsegnato un indice di vulnerabilità di 0,82 molto più vicino a quella soglia di 1 definitia di massima sicurezza. Sarà pronta per accogliere 1.100 studenti e confermarsi la più grossa struttura scolastica cittadina. Ma ancora non saprà chi accoglierà, anche nel rapporto tra logistica e numeri la soluzione migliore è quella che favorisce il Liceo scientifico Einstein. Proprio la scelta di quale scolaresca sistemare al Comi pone un limite alla sua riapertura: gli interni non sono stati ancor sistemati e lo saranno soltanto una volta conosciute le esigenze dei nuovi inqulini. A parte che bisognerà poi cominciare i lavori di adeguamento al Comi 2, la palazzina delle associazioni dietro alla struttura principale e di fronte alla Zippilli. Difficile ipotizzare ua riapertura della scuola dunque per il prossimo anno scolastico.
Chi perderà il pesante vestito che lo ingabbia da tempo, al massimo entro la fine di luglio, sarà il Liceo Classico Delfico di piazza Dante. Stanno per concludersi i lavori a parte del tetto e della facciata per la quale esisteva il rischio di ribaltamento: l’impresa Cingoli ha quasi concluso il lavoro di restauto e riconsegnerà a giorni la struttura che successivamente subià un nuovo intervento sulla restante parte del tetto.
La Provincia sta lavorando per riconsegnare il patrimonio edilizio scolastico cittadino. Gli uffici del settore, diretti da Leo Di Liberatore (con i tecnci referenti Marco Di Melchiorre e Dario Melozzi), corrono per chiudere i percorsi progettuali intrapresi per questi istituti e gestire tecnicamente le soluzioni da sottoporre alla politica per gli altri quali l’Ipsia e il Liceo Einstein. Su questo fronte ‘ballano’ cifre importanti, quasi 7,5 per l’Istituto professionale per lindustria e l’artigianato, il Marino, e circa 6,4 per l’Einstein di via Sturzo. Ma anche il Pasca-Comi può contare, lo ricordiamo, su 5,3 milioni di euro e su questi è avviato lo studio di fattibilità per la ristrutturazione dei due corpi principali. Queste somme, aggiunte ai 2,5 milioni disponibili per chiudere i lavori del Classico, al milione e 350mila della ristrutturazione del Comi e ai quasi 5 necessari per ricostruire il Liceo Artistico, costituiscono un tesoretto di quasi 28 milioni di edilizia scolastica che non sono pochi.
Per Diego Di Bonaventura, il presidente della Provincia che si ritrova a gestire questa pianificazione avviata nei mesi scorsi, l’aspetto di maggiore importanza è la condivisione con i portatori di interesse di questi edifici: l’Artistico Montauti è forse il primo esempio di progetto partecipato, avendo visto la partecipazione, all’idea costruttiva, anche dei docenti e della preside, ma il discorso si allarga: "Si tratta di scelte importanti – dice il presidente della Provincia – e dovremo farle sulla base di dati, come ad esempio le iscrizioni, ma anche tenendo conto delle dinamiche sociali e urbanistiche della città. Quindi le decisioni dovranno scaturire da un percorso partecipativo con i Dirigenti scolastici, con le risorse professionali del nostro settore urbanistico, con i Comitati dei cittadini, la Consulta degli studenti e naturalmente con l’amministrazione comunale di Teramo. Un tavolo partecipativo che sarà mia cura convocare al più presto sulla base della tempistica definita con il settore edilizia che sta portando avanti tutta questa partita con un approccio nuovo sia dal punto di vista organizzativo che tecnico”.
C’è poi l’aspetto della socialità e del rilancio della città: “Siamo di fronte ad una vera opportunità – dice infatti Di Bonaventura -: i progetti finanziati consentono di recuperare spazi importanti e ridisegnati con un approccio innovativo. Questo significa ambienti migliori per la didattica e la socialità degli studenti e dei docenti ma anche per la comunità visto che da tempo le scuole condividono i loro spazi, palestre, giardini, auditorium anche con le associazioni culturali e sportive. Questo significa anche che possiamo ridisegnare la geografia degli istituti in maniera più razionale, tenendo conto del trend di iscrizioni e delle vocazioni di singoli istituti fra chi ha bisogno di spazi laboratoriali, ad esempio, e chi solo di nuove aule".